Il CFPB ha esortato a rafforzare le garanzie di protezione dei dati dell’open banking

Il CFPB ha esortato a rafforzare le garanzie di protezione dei dati dell’open banking

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Le nuove regole sull’open banking previste dal Consumer Financial Protection Bureau non sono sufficienti per proteggere i dati dei consumatori, affermano due gruppi industriali.

Nel mese di ottobre, il CFPB proposto la tanto attesa regola dell’open banking nella speranza di migliorare la concorrenza nel settore bancario e dei pagamenti statunitense, richiedendo ai fornitori di servizi finanziari al consumo di condividere i dati su indicazione dell’utente con altre società nell’ecosistema che offrono prodotti e servizi più attraenti.

Tuttavia, in a risposta rispetto alle raccomandazioni, la Clearing House Association e il Bank Policy Institute sostengono di non spingersi abbastanza lontano nella protezione dei dati finanziari sensibili dei consumatori o nel richiedere ai destinatari dei dati di rispettare le regole.

Le due organizzazioni affermano che molti dei requisiti della norma proposta volti a proteggere i consumatori e i loro dati, come i requisiti relativi all'autorizzazione dei consumatori e agli usi consentiti dei dati dei consumatori, dovrebbero applicarsi a tutte le terze parti e agli aggregatori nell'ecosistema, e a tutti i dati.

Chiedono inoltre il divieto dello screen scraping una volta che un fornitore di dati ha reso disponibile un'interfaccia per sviluppatori.

Le associazioni scrivono: “È fondamentale che le informazioni personali e finanziarie dei consumatori rimangano sicure quando vengono condivise tra istituti finanziari e terzi e quando vengono archiviate al di fuori dell’istituto finanziario”.

Nel frattempo, il CFPB dovrebbe imporre requisiti diretti a terze parti e aggregatori di dati e “articolare il suo intento di supervisionare tali entità per la conformità”, oltre a definire chiaramente la responsabilità per transazioni non autorizzate o per la mancata protezione dei dati dei consumatori.

I due sostengono inoltre che ai fornitori di dati dovrebbe essere consentito di ricevere un compenso da terzi per recuperare i loro “costi commercialmente ragionevoli e un margine per coprire i costi necessari per consentire la condivisione dei dati”.

Nella sua risposta rispetto alla proposta, l’American Fintech Council solleva diverse preoccupazioni, anche riguardo alle limitazioni imposte ai fornitori di dati e a terze parti riguardo all’uso accettabile dei dati dei consumatori.

Il CFPB lo ha già fatto in precedenza ha dichiarato si aspettano di finalizzare le regole sull’open banking entro il 2024. Inoltre, all’inizio di quest’anno il CFPB avvertito contro le grandi aziende che cercano di controllare i propri standard bancari aperti.

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