Tokenizzazione degli asset del mondo reale: un’opportunità da trilioni di dollari? | Registro

Tokenizzazione degli asset del mondo reale: un’opportunità da trilioni di dollari? | Registro

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Il passaggio a Web3 ruota principalmente attorno al trasferimento di risorse di valore sulla catena, ma cosa è stato tokenizzato esattamente finora in Web3? In primo luogo, asset noti per essere slegati da valori “duri”, “reali”, “tangibili” (ovviamente, siamo fortemente in disaccordo con l’argomentazione secondo cui bitcoin e altri asset digitali non sono legati a nulla, ma lasceremo questo dibattito per un'altra newsletter.)

Molte persone e aziende scommettono che il futuro delle criptovalute risiede nel portare asset del "mondo reale", tra cui azioni, obbligazioni, titoli azionari, metalli o oro, sulla catena. Solo questa settimana, importanti operatori di criptovalute tra cui Coinbase, Circle e Aave, lanciato una “Coalizione di asset tokenizzati” con una forte attenzione all’istruzione. "Due anni fa, la maggior parte delle persone (...) pensava alle criptovalute come a una classe di asset folle e volatile, ma negli ultimi anni i visionari hanno capito che no, in realtà, questa è Internet per la finanza," disse Lucas Vogelsang, CEO di Centrifuge. Per BCG, una società di consulenza, "la dimensione totale del mercato del mondo reale potrebbe raggiungere i 16.1 trilioni di dollari entro il 2030, poiché" una grossa fetta della ricchezza mondiale oggi è bloccata in asset illiquidi" e potrebbe diventare molto più liquida grazie alle tecnologie abilitate alla blockchain.  

I vantaggi derivanti dal portare le risorse del mondo reale sulla catena potrebbero essere molteplici. Per Sebastien Badault, VP of Revenue presso Ledger Enterprise, “Potrebbe trasformarsi in una tendenza strutturale all’intersezione tra TradFi e DeFi e inaugurare grandi opportunità per aumentare la liquidità, democratizzare gli investimenti e creare più proprietà nei mercati tradizionali”. Crede inoltre che i “mercati finanziari isolati, frammentati e opachi di oggi abbiano un grande bisogno di un aggiornamento tecnico”. Badault aggiunge: “Anche se questa nuova ondata di digitalizzazione potrebbe richiedere del tempo per svilupparsi a causa di questioni normative, è destinata ad avere un impatto permanente sul modo in cui gli investitori tradizionali gestiscono i propri asset”. 

Al centro di questa ondata di tokenizzazione si trova un’altra idea chiave nota come “frazionalizzazione”. Immagina di non essere abbastanza ricco per comprare un Picasso (non preoccuparti, a volte succede); con la tokenizzazione, potresti possedere una piccola parte di questo Picasso, dimostrare di essere il suo unico proprietario e scambiarlo sui mercati liquidi appena formati. Questo nuovo modo di possedere qualcosa potrebbe fiorire anche in altri campi. Fondi di capitale di rischio, brevetti o anche diritti d’autore, tradizionalmente accessibili a pochi eletti, potrebbe essere tokenizzato e reso accessibile a una gamma più ampia di investitori, rimodellando il concetto stesso di proprietà. 

Nel 2023, vivremo senza dubbio in un inverno cripto che ricorda quello del 2018. Il prossimo ciclo crittografico, tuttavia, potrebbe portare le virtù delle blockchain sui mercati tradizionali invece di cercare di sostituirle completamente.  

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