Trento, città italiana, multata di 54,000 dollari per abuso di intelligenza artificiale

Trento, città italiana, multata di 54,000 dollari per abuso di intelligenza artificiale

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Trento è la prima città italiana a dover affrontare una multa per uso improprio della tecnologia dell’intelligenza artificiale (AI) in un progetto di studio scientifico che ha coinvolto telecamere, microfoni e social media.

Trento è diventata la prima città in Italia a essere multata per uso improprio dell’intelligenza artificiale (AI). Questo secondo a rilasciare dal Garante italiano per la protezione dei dati.

Secondo il comunicato, la città di Trento ha portato avanti due progetti di ricerca scientifica utilizzando telecamere, microfoni e social network. I progetti, tuttavia, hanno utilizzato l’intelligenza artificiale e hanno infranto la legislazione sulla protezione dei dati.

I progetti, inoltre, sono stati finanziati dall’Unione Europea, e lo sono concentrato sullo sviluppo di soluzioni tecnologiche volte a migliorare la sicurezza nelle aree urbane secondo il paradigma delle “smart city”.

Di conseguenza, la città di Trento è stata la prima amministrazione locale a essere sanzionata dal Garante italiano per la protezione dei dati personali con una multa di 50,000 euro (54,373 dollari).

Garante per la protezione dei dati personali

Secondo l'autorità italiana per la privacy, ha riconosciuto che la città ha agito in buona fede, ma ha ritenuto che i dati raccolti dovessero essere più anonimi e correttamente condivisi con terzi.

Il Garante italiano dei dati ha condannato i metodi di trattamento massicci e invasivi messi in atto, che comportavano rischi significativi per i diritti e le libertà degli interessati, compresi quelli di natura costituzionale.

La città italiana di Trento, tuttavia, avrebbe dichiarato che sta valutando la possibilità di ricorrere in appello contro la decisione. Secondo il comune, le azioni intraprese dall’autorità di regolamentazione evidenziano come la legislazione attuale sia insufficiente per regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale per analizzare grandi quantità di dati e migliorare la sicurezza della città.

L’intelligenza artificiale in Italia

La rapida adozione dell’intelligenza artificiale (AI) in diversi settori ha sollevato interrogativi sul diritto alla privacy e sulla sicurezza dei dati personali. L’Autorità italiana per la protezione dei dati è una delle autorità più proattive dell’UE nel valutare la conformità della piattaforma AI al regime di privacy dei dati del blocco.

L’anno scorso l’autorità ha vietato per un breve periodo in Italia il popolare chatbot ChatGPT.

L’Italia rimane vigile nei confronti della tecnologia AI, anche se il divieto di ChatGPT è stato rimosso dopo che OpenAI ha rispettato le disposizioni locali sulla trasparenza.

Giorgia Meloni, Primo Ministro italiano, ha affermato che il governo prevede di affrontare la regolamentazione dell’IA come una delle sue principali priorità durante la sua presidenza delle principali democrazie del Gruppo dei Sette (G7). La presidenza del G7 si terrà il prossimo giugno.

Nel 2021, l'Agenzia italiana per la protezione dei dati ha inoltre affermato che un sistema di riconoscimento facciale testato dal Ministero dell'Interno italiano non era conforme alle leggi sulla privacy.

In particolare, i legislatori e i governi dell’Unione Europea hanno concordato condizioni provvisorie per regolazione Sistemi di intelligenza artificiale come ChatGPT. Questi termini sono stati raggiunti a dicembre e rappresentano un passo avanti verso la definizione di norme che regolano la tecnologia dell’intelligenza artificiale. L’uso dell’intelligenza artificiale nella sorveglianza biometrica è un punto critico.

Nel maggio 2023, però, il governo italiano ha accantonato a fondo multimilionario per i lavoratori a rischio di sostituzione dell’IA. Inoltre, in un dibattito parlamentare tenutosi poco dopo, un senatore italiano ha utilizzato il GPT-4 di OpenAI per generare un discorso. Il discorso era finalizzato a sottolineare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e a innescare un serio dibattito nel paese sulla tecnologia.

Per impedire la rottamazione dei dati dell’IA, le autorità di regolamentazione italiane hanno avviato un’indagine sulle pratiche di sicurezza dei siti Web pubblici e privati. Questa indagine è iniziata nel novembre dello scorso anno.

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