Petrolio alla deriva, oro in acque agitate

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Il petrolio scende al ribasso a causa del rischio di recessione

La minaccia di una recessione globale continua a pesare sui prezzi del petrolio, con la diffusa stretta monetaria negli ultimi due giorni che ha alimentato i timori di un impatto significativo sulla crescita. Le banche centrali sembrano ora accettare che una recessione sia il prezzo da pagare per tenere sotto controllo l’inflazione, che potrebbe pesare sulla domanda il prossimo anno.

Allo stesso tempo, il mercato rimane ancora ristretto e l’OPEC+ è perfettamente disposta a limitare ulteriormente l’offerta anche se non riesce a rispettare le quote che si è prefissata finora. Inoltre, un accordo nucleare tra Stati Uniti e Iran non sembra più vicino e la mobilitazione della Russia potrebbe rappresentare un rischio per le sue forniture.

Per quanto riguarda il tetto massimo dei prezzi a cui l’UE sta lavorando duramente, si tratta di una grande incognita in quanto potrebbe non ottenere nemmeno il sostegno unanime di cui ha bisogno da parte degli Stati membri. Se lo farà, non vi è alcuna garanzia che funzionerà senza la cooperazione di coloro su cui la Russia ha potuto fare affidamento da quando sono entrate in vigore le sanzioni e, se saranno efficaci, la Russia potrebbe ridurre le forniture e causare un’impennata dei prezzi. Tenendo questo in mente, probabilmente a questo punto viene scontato molto poco.

Il gold eyeing è una correzione?

È stata una settimana instabile per l'oro, in mezzo a tutte le misure restrittive della banca centrale, eppure non ha fatto grandi progressi nel frattempo. La rottura sotto i 1,680 dollari è stata un grosso problema, ma da allora non è più stata il catalizzatore di nulla. Anche se finora non ha subito un'accelerazione, continua a vedere la resistenza a 1,680 dollari. Quanto durerà dipenderà dalla possibilità che tutto questo inasprimento diventi un fattore scatenante per una correzione del dollaro e magari dei rendimenti.

Se vediamo una mossa correttiva, il prossimo grande test potrebbe arrivare intorno a 1,730 dollari, che in precedenza era un importante livello di supporto e poi di resistenza. Una rottura di questo livello suggerirebbe che potrebbe essere in corso una correzione molto più profonda. D'altro canto, una rottura sotto i 1,650 dollari potrebbe essere vista come una conferma secondaria del breakout iniziale e come un segnale molto ribassista.

Questo articolo è solo a scopo informativo generale. Non è un consiglio di investimento o una soluzione per acquistare o vendere titoli. Le opinioni sono gli autori; non necessariamente quello di OANDA Corporation o delle sue affiliate, sussidiarie, funzionari o direttori. Il trading con leva è ad alto rischio e non adatto a tutti. Potresti perdere tutti i tuoi fondi depositati.

Con sede a Londra, Craig Erlam è entrato in OANDA nel 2015 come analista di mercato. Con molti anni di esperienza come analista e trader dei mercati finanziari, si concentra sia sull'analisi fondamentale che tecnica mentre produce commenti macroeconomici.

Le sue opinioni sono state pubblicate su Financial Times, Reuters, The Telegraph e International Business Times, e appare anche come commentatore ospite regolare su BBC, Bloomberg TV, FOX Business e SKY News.

Craig è membro a pieno titolo della Society of Technical Analysts ed è riconosciuto come Certified Financial Technician dalla International Federation of Technical Analysts.

Craig Erlam
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