Le frontiere informatiche israeliane si confrontano con l’assalto degli hacktivisti in mezzo al conflitto

Le frontiere informatiche israeliane si confrontano con l’assalto degli hacktivisti in mezzo al conflitto

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Kamso Oguejiofor-Abugu Kamso Oguejiofor-Abugu
Pubblicato il: Ottobre 12, 2023
Le frontiere informatiche israeliane si confrontano con l’assalto degli hacktivisti in mezzo al conflitto

Nel mezzo del crescente conflitto con Hamas, le frontiere digitali di Israele sono state oggetto di un attacco informatico coordinato. I gruppi di hacktivisti stanno prendendo di mira i siti web e le applicazioni israeliane, indicando la natura multiforme della guerra moderna.

Killnet, un gruppo di hacker con legami con la Russia, ha annunciato la sua intenzione di lanciare attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) su tutti i sistemi governativi israeliani. Il gruppo ha attribuito la propria mossa al presunto sostegno di Israele all'Ucraina e alla NATO. Domenica Killnet ha affermato di essere riuscita a chiudere temporaneamente un sito web del governo israeliano e la piattaforma online dell'agenzia di sicurezza Shin Bet.

"Ho visto almeno 60 siti web subire attacchi DDoS", afferma Will Thomas, esperto di sicurezza informatica presso la società di infrastrutture Internet Equinix. “La metà di questi sono siti del governo israeliano. Ho visto almeno cinque siti deturpare per mostrare messaggi legati alla “Palestina libera”.

L’anonimo Sudan, un altro gruppo sospettato di legami con la Russia, ha dichiarato la sua fedeltà alla “resistenza palestinese” e ha rivendicato la responsabilità di aver brevemente interrotto la situazione. Il Jerusalem Post di LPI.

Un altro gruppo di hacker, AnonGhost, avrebbe compromesso l’app mobile israeliana di allerta missilistica, Red Alert: Israel. Sfruttando una vulnerabilità, hanno inviato false notifiche, seminando il panico tra gli utenti dell'app. Group IB, una società di sicurezza informatica, ha confermato la violazione e ha notato la successiva rimozione dell'app dal Play Store di Google.

Le fazioni informatiche filo-israeliane hanno reagito. L'Indian Cyber ​​Force, ad esempio, ha affermato di aver disabilitato il sito web della Banca nazionale palestinese e un sito gestito da Hamas, con entrambe le piattaforme secondo quanto riferito inaccessibili lunedì.

Alex Leslie, analista di threat intelligence presso la società di sicurezza Recorded Future, afferma che la portata degli attacchi informatici è “internazionale, ma piuttosto limitata ai blocchi ideologici preesistenti all’interno dell’hacktivismo”. Leslie afferma che i sottogruppi identificati finora dall'azienda sono "autoproclamati hacktivisti 'islamici' che affermano di sostenere la Palestina".

Mentre i confini tra la guerra tradizionale e gli scontri digitali si confondono, la comunità internazionale si trova ad affrontare nuove sfide nella gestione e nella comprensione del campo di battaglia in espansione. La situazione in Israele dimostra chiaramente quanto sia volatile e imprevedibile il regno informatico.

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